LA SERA DEI MIRACOLI
MUSICA PER LA PACE
Serata di sostegno per l’Ucraina
Palco Numero Cinque
con Riccardo Roncagli al pianoforte
COME E’ PROFONDO IL MARE
Siamo noi, siamo in tanti
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti, dei linotipisti
Siamo i gatti neri, siamo pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Babbo, che eri un gran cacciatore
Di quaglie e di fagiani
Caccia via queste mosche
Che non mi fanno dormire
Che mi fanno arrabbiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
È inutile, non c’è più lavoro
Non c’è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male, di farci annegare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Con la forza di un ricatto
L’uomo diventò qualcuno
Resuscitò anche i morti, spalancò prigioni
Bloccò sei treni con relativi vagoni
Innalzò per un attimo il povero
A un ruolo difficile da mantenere
Poi lo lasciò cadere, a piangere e a urlare
Solo in mezzo al mare
Com’è profondo il mare
Poi da solo l’urlo diventò un tamburo
E il povero come un lampo nel cielo sicuro
Cominciò una guerra per conquistare
Quello scherzo di terra
Che il suo grande cuore doveva coltivare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Ma la terra gli fu portata via
Compresa quella rimasta addosso
Fu scaraventato in un palazzo, in un fosso
Non ricordo bene
Poi una storia di catene, bastonate
E chirurgia sperimentale
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Intanto un mistico, forse un’aviatore
Inventò la commozione
Che rimise d’accordo tutti
I belli con i brutti
Con qualche danno per i brutti
Che si videro consegnare
Un pezzo di specchio
Così da potersi guardare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Frattanto i pesci
Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo di questo mondo
Che a loro indubbiamente doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare
È chiaro che il pensiero dà fastidio
Anche se chi pensa è muto come un pesce
Anzi un pesce
E come pesce è difficile da bloccare
Perché lo protegge il mare
Com’è profondo il mare
Certo, chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare
PIAZZA GRANDE
Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è
Sulle panchine in Piazza Grande
Ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è
Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me
Gli innamorati in Piazza Grande
Dei loro guai, dei loro amori tutto so, sbagliati e no
A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io
A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io
Una famiglia vera e propria non ce l’ho
E la mia casa è Piazza Grande
A chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho
Con me di donne generose non ce n’è
Rubo l’amore in Piazza Grande
E meno male che briganti come me qui non ce n’è
A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io
Avrei bisogno di pregare Dio
Ma la mia vita non la cambierò mai, mai
A modo mio quel che sono l’ho voluto io
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
Sotto le stelle in Piazza Grande
E se la vita non ha sogni io li ho e te li do
E se non ci sarà più gente come me
Voglio morire in Piazza Grande
Tra i gatti che non han padrone come me attorno a me
4 MARZO
Dice che era un bell’uomo
E veniva, veniva dal mare
Parlava un’altra lingua però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
L’ora più dolce prima d’essere ammazzato
Così lei restò sola nella stanza,
La stanza sul porto
Con l’unico vestito, ogni giorno più corto
E benchè non sapesse il nome
E neppure il paese
M’aspettò come un dono d’amore
Fino dal primo mese
Compiva sedici anni
Quel giorno la mia mamma
Le strofe di taverna
Le cantò la ninna nanna
E stringendomi al petto che sapeva,
Sapeva di mare, giocava a far la donna
Con il bimbo da fasciare
E forse fu per gioco o forse per amore
Che mi volle chiamare come Nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo,
Il ricordo più grosso, è tutto in questo nome
Che io mi porto addosso
E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino
ANNA E MARCO
Anna come sono tante
Anna permalosa
Anna bello sguardo
Sguardo che ogni giorno perde qualcosa
Se chiude gli occhi lei lo sa
Stella di periferia
Anna con le amiche
Anna che vorrebbe andar via
Marco grosse scarpe e poca carne
Marco cuore in allarme
Con sua madre e una sorella
Poca vita, sempre quella
Se chiude gli occhi lui lo sa
Lupo di periferia
Marco col branco
Marco che vorrebbe andar via
E la luna è una palla ed il cielo è un biliardo
Quante stelle nei flippers, sono più di un miliardo
Marco dentro a un bar non sa cosa farà
Poi c’è qualcuno che trova una moto e si può andare in città
Anna bello sguardo, non perde un ballo
Marco che a ballare sembra un cavallo
In un locale che è uno schifo
Poca gente che li guarda, c’è una checca che fa il tifo
Ma dimmi tu dove sarà
Dov’è la strada per le stelle
Mentre ballano
Si guardano e si scambiano la pelle e cominciano a volare
Con tre salti sono fuori dal locale
Con un’aria da commedia americana
Sta finendo anche questa settimana
Ma l’America è lontana
Dall’altra parte della luna
Che li guarda e anche se ride
A vederla mette quasi paura
E la luna, in silenzio, ora si avvicina
Con un mucchio di stelle cade per strada
Luna che cammina, luna di città
Poi passa un cane che sente qualcosa, li guarda, abbaia e se ne va
Anna avrebbe voluto morire
Marco voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti tornare
Tenendosi per mano
BALLA BALLA BALLERINO
Balla balla ballerino tutta la notte e al mattino
Non fermarti balla su una tavola fra due montagne
E se balli sulle onde del mare io ti vengo a cercare
Prendi il cielo con le mani vola in alto più degli aeroplani
Non fermarti sono pochi gli anni forse sono solo giorni
E stan finendo tutti in fretta e in fila
Non ce n’è uno che ritorni
Balla non aver paura se la notte è fredda e scura
Non pensare alla pistola che hai puntato contro
Balla alla luce di mille sigarette e di una luna
Che ti illumina a giorno balla il mistero
Di questo mondo che brucia in fretta quello che ieri era vero
Dammi retta Non sarà vero domani
Ferma con quelle tue mani il treno Palermo-Francoforte
Per la mia commozione c’è una ragazza al finestrino
Gli occhi verdi che sembrano di vetro
Corri e ferma quel treno fallo tornare indietro
Balla anche per tutti i violenti veloci di mano e coi coltelli
Accidenti Se capissero vedendoti ballare di essere
Morti da sempre anche se possono respirare
Vola e balla sul cuore malato illuso sconfitto poi abbandonato
Senza amore dell’uomo che confonde la luna con il sole
Senza avere coltelli in mano ma nel suo povero cuore
Allora vieni angelo benedetto prova a mettere i piedi sul suo petto
E stancarti a ballare al ritmo del motore ed alle grandi parole
Di una canzone canzone d’amore Ecco il mistero
Sotto un cielo di ferro e di gesso l’uomo riesce ad amare lo stesso
Ama davvero senza nessuna certezza
Che commozione che tenerezza
FUTURA
Chissà, chissà domani
Su che cosa metteremo le mani
Se si potrà contare ancora le onde del mare
E alzare la testa
Non esser così seria
Rimani
I russi, i russi, gli americani
No lacrime, non fermarti fino a domani
Sarà stato forse un tuono
Non mi meraviglio
È una notte di fuoco
Dove sono le tue mani
Nascerà e non avrà paura nostro figlio
E chissà come sarà lui domani
Su quali strade camminerà
Cosa avrà nelle sue mani, le sue mani
Si muoverà e potrà volare
Nuoterà su una stella
Come sei bella
E se è una femmina si chiamerà
Futura
Il suo nome detto questa notte
Mette già paura
Sarà diversa bella come una stella
Sarai tu in miniatura
Ma non fermarti voglio ancora baciarti
Chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
Qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
E sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio
Di più, muoviti più in fretta di più, benedetta
Più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
Che si arriva alla luna, sì la luna
Ma non è bella come te questa luna
È una sottana americana
Allora su mettendoci di fianco, più su
Guida tu che sono stanco, più su
In mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
Son sicuro che c’e’ il sole
Ma che sole è un cappello di ghiaccio
Questo sole è una catena di ferro
Senza amore
Amore
Amore
Amore
Lento, lento, adesso batte più lento
Ciao, come stai
Il tuo cuore lo sento
I tuoi occhi così belli non li ho visti mai
Ma adesso non voltarti
Voglio ancora guardarti
Non girare la testa
Dove sono le tue mani
Aspettiamo che ritorni la luce
Di sentire una voce
CARUSO
Qui dove il mare luccica
E tira forte il vento
Su una vecchia terrazza
Davanti al golfo di Surriento
Un uomo abbraccia una ragazza
Dopo che aveva pianto
Poi si schiarisce la voce
E ricomincia il canto
Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e vene sai
Vide le luci in mezzo al mare
Pensò alle notti là in America
Ma erano solo le lampare
Nella bianca scia di un’elica
Sentì il dolore nella musica
Si alzò dal pianoforte
Ma quando vide la luna uscire da una nuvola
Gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
Quegli occhi verdi come il mare
Poi all’improvviso uscì una lacrima
E lui credette di affogare
Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e vene sai
Potenza della lirica
Dove ogni dramma è un falso
Che con un po’ di trucco e con la mimica
Puoi diventare un altroMa due occhi che ti guardano
Così vicini e veri
Ti fan scordare le parole
Confondono i pensieri
Così diventa tutto piccolo
Anche le notti là in America
Ti volti e vedi la tua vita
Come la scia di un’elica
Ma sì, è la vita che finisce
Ma lui non ci pensò poi tanto
Anzi si sentiva già felice
E ricominciò il suo canto
Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e vene sai
Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e vene sai
GRANDE FIGLIO DI PUTTANA
Grande figlio di puttana
Ma che amico per me
Uno che ruba anche la luna
Se la deve dare a te, eeh
Sotto l’ombra del cappello
Non ti fa capire mai
Se tira fuori il suo coltello
O ti chiede come stai
Grande però, che grande figlio di puttana
Eeeh, aspetterò ancora un’altra settimana
Ha donne sparse per l’Italia
Lui colpisce e scappa via
Ma con ognuna ha fatto un pianto
Ha pianto anche con la mia
Grande però che grande figlio di puttana
Aspetterò ancora un’altra settimana
Stamattina apro il giornale
C’è la tua fotografia
Ti stan cercando dappertutto
Cosa fa la polizia? Eeh
Ecco perché ti ho dato un’altra settimana
Perché senza di te una serata non ingrana, eeh
Ecco perché da te le donne vanno in fila indiana
Adesso so anche il perché, perché sei un figlio di puttana
Ed è per questo che a te la gente tutto ti perdona
Perché dicono: “Guarda come suona la chitarra
Quel grande figlio di puttana”
LA CASA IN MEZZO AL MARE
Dalla sua cella lui vedeva solo il mare
Ed una casa bianca in mezzo al blu
Una donna si affacciava, Maria
È il nome che le dava lui
Alla mattina lei apriva la finestra
E lui pensava, quella è casa mia
Tu sarai la mia compagna, Maria
Una speranza e una follia
E sognò la libertà
E sognò di andare via, via, via
E un anello vide già
Sulla mano di Maria
Lunghi i silenzi come sono lunghi gli anni
Parole dolci che s’immaginò
Questa sera vengo fuori, Maria
Ti vengo a fare compagnia
E gli anni stan passando, tutti gli anni insieme
Ha già i capelli bianchi e non lo sa
Dice sempre, “Manca poco, Maria”
Vedrai che bella la città
E sognò la libertà
E sognò di andare via, via, via
E un anello vide già
Sulla mano di Maria
E gli anni son passati, tutti gli anni insieme
Ed i suoi occhi ormai non vedon più
Disse ancora, “La mia donna sei tu”
E poi fu solo in mezzo al blu
E poi fu solo in mezzo al blu
E poi fu solo in mezzo al blu (vengo da te, Marì)
Vengo da te, Marì
E poi fu solo in mezzo al blu (vengo da te, Marì)
Vengo da te, Marì
E poi fu solo in mezzo al blu (vengo da te, Marì)
Vengo da te, Marì
Vengo da te, Marì
Vengo da te, Marì
Vengo da te, Marì
Vengo da te, Marì
Vengo da te, Marì
Vengo da te, Mar
L’ANNO CHE VERRA’
Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò
Da quando sei partito c’è una grande novità
L’anno vecchio è finito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va
Si esce poco la sera, compreso quando è festa
E c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra
E si sta senza parlare per intere settimane
E a quelli che hanno niente da dire
Del tempo ne rimane
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
Ogni Cristo scenderá dalla croce
Anche gli uccelli faranno ritorno
Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno
E si farà l’amore, ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a una certa età
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
Saranno forse i troppo furbi
E i cretini di ogni età
Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico
E come sono contento
Di essere qui in questo momento
Vedi, vedi, vedi, vedi
Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare
E se quest’anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio
Come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch’io
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando, è questa la novità
LA SERA DEI MIRACOLI
È la sera dei miracoli fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Con la bocca fa a pezzi una canzone
È la sera dei cani che parlano tra di loro
Della luna che sta per cadere
E la gente corre nelle piazze per andare a vedere
Questa sera così dolce che si potrebbe bere
Da passare in centomila in uno stadio
Una sera così strana e profonda che lo dice anche la radio
Anzi la manda in onda
Tanto nera da sporcare le lenzuola
È l’ora dei miracoli che mi confonde
Mi sembra di sentire il rumore di una nave sulle onde
Si muove la città
Con le piazze e i giardini e la gente nei bar
Galleggia e se ne va
Anche senza corrente camminerà
Ma questa sera vola
Le sue vele sulle case sono mille lenzuola
Ci sono anche i delinquenti
Non bisogna avere paura ma stare un poco attenti
A due a due gli innamorati
Sciolgono le vele come i pirati
E in mezzo a questo mare
Cercherò di scoprire quale stella sei
Perché mi perderei
Se dovessi capire che stanotte non ci sei
È la notte dei miracoli fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Ha scritto una canzone
Lontano una luce diventa sempre più grande
Nella notte che sta per finire
E la nave che fa ritorno
Per portarci a dormire
ATTENTI AL LUPO
C’è una casetta piccola così
Con tante finestrelle colorate
E una donnina piccola così
Con due occhi grandi per guardare
E c’è un omino piccolo così
Che torna sempre tardi da lavorare
E ha un cappello piccolo così
Con dentro un sogno da realizzare
E più ci pensa
Più non sa aspettare
Amore mio non devi stare in pena
Questa vita è una catena
Qualche volta fa un po’ male
Guarda come son tranquilla io
Anche se attraverso il bosco
Con l’aiuto del buon Dio
Stando sempre attenta al lupo
Attenti al lupo
Attenti al lupo
Living together
Living together
Laggiù c’è un prato piccolo così
Con un gran rumore di cicale
E un profumo dolce e piccolo così
Amore mio è arrivata l’estate
Amore mio è arrivata l’estate
E noi due qui distesi a far l’amore
In mezzo a questo mare di cicale
Questo amore piccolo così
Ma tanto grande che mi sembra di volare
E più ci penso più non so aspettare
Amore mio non devi stare in pena
Questa vita è una catena
Qualche volta fa un po’ male
Guarda come son tranquilla io
Anche se attraverso il bosco
Con l’aiuto del buon Dio
Stando sempre attenta al lupo
Attenti al lupo
Attenti al lupo
Living together
Living together
Living together
Living together
Living together
Living together
Living together
Attenti al lupo
Attenti al lupo
ANGELI A LUGANO
Angeli
Angeli
Siamo angeli
Lasciare l’Italia per andare a Lugano
E toccarsi sempre con la stessa mano
Come essere una truffa, questo lago fa paura
Ci sono tante banche, serve un samba, una strega, una fattura
Le tre di notte non so dove sputare
È così pulito che non si può sporcare
Dal locale esce uno sbronzo che si annoia
Non è solo, guarda un po’ qua, anche a Lugano hanno una troia
Lo spogliarello in quel locale di Lugano
Lo fa una donna col suo barboncino nano
Vanno in albergo per studiare nuove mosse
La ragazza è libanese il barboncino è di Torino e ha un po’ di tosse
Angeli
Angeli
Siamo angeli
Una guardia o un generale, non si capisce bene
Mi guarda male butto via la cicca e quello sviene
Sta per farmi la morale ma mi faccio perdonare
Perché raccolgo la cicca appena accesa
La metto in tasca e comincio a fischiare
Fischio piano perché è quasi mattina
Da una pizzeria esce uno di Messina
Hai tacchi alti e un grembiule ancora in mano
Sembra stanco e molto triste, te lo credo
Fa la pizza qui a Lugano
Da poco tempo è venuto a lavorare
Dice che è dura ma si può anche abituare
Ed è contento a non far niente alla mattina
E con la moto va a vedere, va a vedere dove abita la Mina
Angeli
Angeli
Siamo angeli
Un vecchio alto che assomiglia a Garibaldi
È sulla strada la pulisce è molto tardi
Si ferma con la scopa sotto il mento
Poi alza gli occhi verso il cielo e con il dito
Sente il vento
Muore la notte quando il vecchio con la scopa
La butta in cielo e torna il sole sull’Europa
E tutti quanti lascian lì di lavorare
È uno spettacolo vedere, vedere gli angeli volare
Angeli
Angeli
Quanti angeli
CORSO BUENOS AIRES
Io non ho visto niente
Non ho visto la sua faccia
Passavo di qua
Con mia moglie andavo a caccia
Io l’ho visto da vicino
Gli occhi erano due sputi
La faccia era gialla
Una faccia da assassino
L’ho visto accarezzare un cane
Avevano lo stesso sguardo
Cane e uomo morivano di fame
Ma adesso dov’è?
Ma adesso dov’è?
Scendeva di corsa le scale
Le scale della metropolitana
In mano ci aveva del tonno
Un salame e una banana
Poi, sul più bello
È spuntato anche il coltello
E un colpo di qua, e un colpo di là
Il cane gli stava sempre dietro
Gli occhi, lo stesso sguardo
Sembravano Cristo con San Pietro
Quand’erano in ritardo
Ma allora chi è?
Ma allora chi è?
Dev’essere uno slavo
Che dorme e ruba alla stazione
Quegli occhi senza luce
È senz’altro un mascalzone
Chiamiamo un pulismano
Ho appena visto l’assassino
Dar fastidio a un bambino
Lo teneva per la mano
Il cane, l’uomo e il bambino
Appena mangiato un po’ di tonno
Si sono stretti vicino vicino
Forse morivano dal sonno
Ma allora chi è?
Ma allora chi è?
Ragioniere, dia a me la borsa
E vada via di corsa in fondo a quella via
A chiamar la polizia
Non dobbiamo perder tempo
C’è un bar qui vicino
Si può telefonare
Ci beviamo anche un grappino
Arriva volando la volante
Con un furore sacro
Confusa da tutta quella gente non frena
E fa un massacro
Alla fine della corsa il primo a cadere
È il ragioniere che rivoleva la sua borsa (portateli via)
Poi toccò a un bagnino che, ancora in mutande
Aveva sospeso il lavoro in una piscina lì vicino (portateli via)
Falciati mentre guardavano i lavori in corso
Due gemelli in pensione
Furono scaricati in un pronto soccorso (portateli via)
Un salumiere e un tabaccaio che da anni
Non si rivolgevano la parola
Approfittarono della confusione
Per spararci alcuni colpi di pistola
Il padre vide la scena, si prese paura
E dimenticò il sonno e la fame
Prese per mano il bambino
Che disperato piangeva
Perché non voleva lasciare lì il cane
Decisero in fretta di tornare a Barletta
E corsero alla stazione
Perché a Milano in agosto, oltre il gran caldo
C’è veramente tanta confusione
Ma allora chi è?
NUVOLARI
Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale
Nuvolari ha cinquanta chili d’ossa Nuvolari ha un corpo eccezionale
Nuvolari ha le mani come artigli,
Nuvolari ha un talismano contro i mali
Il suo sguardo è di un falco per i figli,
I suoi muscoli sono muscoli eccezionali!
Gli uccelli nell’aria perdono l’ali quando passa Nuvolari!
Quando corre Nuvolari mette paura?
Perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura
Gli alberi della strada
Strisciano sulla piana,
Sui muri cocci di bottiglia
Si sciolgono come poltiglia,
Tutta la polvere è spazzata via!
Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
La gente arriva in mucchio e si stende sui prati,
Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
La gente aspetta il suo arrivo per ore e ore
E finalmente quando sente il rumore
Salta in piedi e lo saluta con la mano,
Gli grida parole d’amore,
E lo guarda scomparire
Come guarda un soldato a cavallo,
A cavallo nel cielo di Aprile!
Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente
Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente?
Corre se piove, corre dentro al sole
Tre più tre per lui fa sempre sette
Con l’ “alfa” rossa fa quello che vuole
Dentro al fuoco di cento saette!
C’è sempre un numero in più nel destino quando corre Nuvolari?
Quando passa Nuvolari ognuno sente il suo cuore è vicino
In gara Verona è davanti a Corvino
Con un tempo d’inferno,
Acqua, grandine e vento
Pericolo di uscire di strada,
Ad ogni giro un inferno
Ma sbanda striscia è schiacciato
Lo raccolgono quasi spacciato!
Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro
Batte Varzi, Campari,
Borzacchini e Fagioli
Brilliperi
E Ascari.
IL CIELO
Il cielo,
La terra finisce e lì comincia il cielo
Lo sguardo,
Ed anche stasera fa pensare a te
Il cielo,
Vicino e lontano vedo sempre il cielo
Ricordo,
Lo stesso colore in fondo agli occhi tuoi
Si può volare oltre le nuvole,
Ma sempre in alto lo vedrai
Il cielo,
Si perde il pensiero quando guardo il cielo
Ed ecco
Ritorna il ricordo dolce che ho di te
Si può volare fra le stelle
Ma sempre in alto troverai
La terra finisce e la comincia il cielo
Oh cielo
Perché non la fai tornare insieme a me
COSA SARA’?
Cosa sarà?
Che fa crescere gli alberi, la felicità
Che fa morire a vent’anni
Anche se vivi fino a cento
Cosa sarà?
A far muovere il vento
A fermare un poeta ubriaco
A dare la morte per un pezzo di pane
O un bacio non dato
Oh cosa sarà?
Che ti svegli al mattino e sei serio
Che ti fa morire ridendo di notte all’ombra di un desiderio
Oh cosa sarà?
Che ti spinge a domare una donna bassina perduta
La bottiglia che ti ubriaca anche se non l’hai bevuta
Cosa sarà?
Che ti spinge a picchiare il tuo re
Che ti porta a cercare il giusto
Dove giustizia non c’è
Cosa sarà?
Che ti fa comprare di tutto
Anche se è di niente che hai bisogno
Cosa sarà?
Che ti strappa dal sogno
Oh cosa sarà?
Che ti fa uscire di tasca dei “no, non ci sto”
Ti getta nel mare, ti viene a salvare
Oh cosa sarà?
Che dobbiamo cercare
Che dobbiamo cercare
Cosa sarà?
Che ci fa lasciare la bicicletta sul muro
E camminare la sera con un amico
A parlà del futuro
Cosa sarà?
Questo strano coraggio, paura che ci prende
Che ci porta a ascoltare
La notte che scende
Oh cosa sarà?
Quell’uomo e il suo cuore benedetto
Che è sceso dalle scarpe e dal letto
Si è sentito solo
È come un uccello che in volo
È come un uccello che in volo
Si ferma e guarda giù
DISPERATO EROTICO
Ti hanno visto bere a una fontana
Che non ero io
Ti hanno visto spogliata la mattina
Biricchina biriccò
Mentre con me non ti spogliavi
Neanche la notte
Ed eran botte, Dio, che botte
Ti hanno visto alzare la sottana
La sottana fino al pelo, che nero
Poi m’hai detto “Poveretto
Il tuo sesso dallo al gabinetto”
Te ne sei andata via con la tua amica
Quella alta, grande fica
Tutte e due a far qualcosa di importante
Di unico e di grande
Io sto sempre in casa, esco poco
Penso solo e sto in mutande
Penso a delusioni, a grandi imprese
A una thailandese
Ma l’impresa eccezionale, dammi retta
È essere normale
Quindi, normalmente
Sono uscito dopo una settimana
Non era tanto freddo, e normalmente
Ho incontrato una puttana
A parte i capelli, il vestito
La pelliccia e lo stivale
Aveva dei problemi anche seri
E non ragionava male
Non so se hai presente
Una puttana ottimista e di sinistra
Non abbiamo fatto niente
Ma son rimasto solo
Solo come un deficiente
Girando ancora un poco ho incontrato
Uno che si era perduto
Gli ho detto che nel centro di Bologna
Non si perde neanche un bambino
Mi guarda con la faccia un po’ stravolta
E mi dice “Sono di Berlino”
Berlino, ci son stato con Bonetti
Era un po’ triste e molto grande
Però mi sono rotto
Torno a casa e mi rimetterò in mutande
Prima di salir le scale mi son fermato
A guardare una stella
Sono molto preoccupato
Il silenzio m’ingrossava la cappella
Ho fatto le mie scale tre alla volta
Mi son steso sul divano
Ho chiuso un poco gli occhi
E con dolcezza è partita la mia mano